Di Italo Leali
Nel 2002, Italo Leali, Ernesto Bruziches, Gianluca Iezzi e Alessandro Ferrari, fratello di Nadia, madre di Marco Mengoni, fondarono il Tuscia in Jazz Festival. Quegli anni furono segnati da sacrifici per far conoscere e apprezzare al pubblico questa musica poco familiare: il jazz. All’epoca, il festival si spostava di piazza in piazza nel centro storico di Ronciglione; ogni sera i palchi venivano smontati e rimontati il giorno successivo. Naturalmente, ai concerti erano presenti Nadia e suo figlio Marco Mengoni, un bambino vivace e pieno di energia, per sostenere il fratello e tutti noi.
. “Marco Mengoni , Giulia e Franco Ferrari, figli di Alessandro, erano una forza della natura, correndo davanti ai palchi e urlando come se fossero posseduti. Sorprendentemente, sceglievano sempre i soli di contrabbasso o le ballate per farlo,” afferma Italo Leali.
Marco prosegue con sua madre Nadia a partecipare al festival fino a quando, nel 2005, Tuscia in Jazz organizza per la prima volta i suoi celebri seminari. Tra gli insegnanti ci sono Kenny Barron al piano, Bobby Durham alla batteria, Sonny Fortune al sax e Shawnn Monteiro, figlia di Jimmy Woode, contrabbassista di Duke Ellington e cognata di Marvin Gaye, oltre che docente di canto all’università di Boston da decenni. Tra gli studenti spicca un giovanissimo Marco Mengoni.


Marco, appena sedicenne, si trova in una classe con oltre 20 agguerrite cantanti di tutte le età, alcune già professioniste e altre provenienti dai migliori conservatori italiani. Mentre tutte erano pronte con spartiti musicali e grandi standard studiati e provati mille volte, nella speranza di fare colpo sulla grande cantante americana, Marco, che non aveva mai studiato jazz e da appena due anni seguiva un corso di canto in un paesino vicino a Ronciglione, si presenta con le uniche due canzoni jazz che conosce, ovviamente senza spartiti.
Storia di un predestinato
Nella classe di canto della Tuscia in Jazz Masterclass iniziano le audizioni. La tensione tra le cantanti è palpabile mentre le esibizioni si susseguono. Shawnn Monteiro osserva attentamente, inizialmente distaccata e forse persino annoiata. Finalmente arriva il turno di un emozionatissimo Marco. Sin dalle prime note, qualcosa di speciale si manifesta: Shawnn Monteiro diventa subito iperattenta, con una scintilla negli occhi, mentre le altre cantanti si esaltano, combattute tra invidia e stupore. I musicisti che le accompagnano si scambiano sguardi di approvazione. Quel giorno ero presente e posso dire di aver assistito alla nascita di una stella. Terminata la lezione, Shawnn Monteiro, visibilmente entusiasta, si dirige con passo svelto al negozio storico Ferrari Abbigliamento, gestito da Nadia fino alla sua scomparsa nel 2024, insieme al fratello Alessandro e alla cognata Anna Scialanca. Una volta lì, Shawnn racconta a Nadia che in oltre 20 anni di insegnamento in tutto il mondo, non aveva mai incontrato un talento come quello di Marco, definendolo un predestinato. Aveva ragione.
Non fu quella l’unica occasione in cui il talento di Marco mi si rivelò prima del suo grande successo. Ero a Soriano nel Cimino, dove il festival si era trasferito, qualche anno dopo e poco prima di X Factor. Ricevetti una telefonata da un caro amico che collaborava con Paolo Bonolis e EMI Italia, chiedendomi se conoscessi Marco Mengoni di Ronciglione. Gli spiegai che non solo lo conoscevo, ma era il nipote di Alessandro e figlio di Nadia, persone che lui conosceva bene. Gli chiesi come avesse sentito parlare di Marco. Mi rispose che un CD con due canzoni di Anastasia cantate da Marco era arrivato, non si sa come, alla EMI Italia. Era un po’ irritato perché non gli avevamo parlato di questo ragazzo. Gli spiegai che la sua famiglia, una seconda famiglia acquisita per me, è composta da persone per bene che non si mettono in mostra vantandosi del talento dei propri figli, al contrario di molti. Concludemmo la chiamata dandoci appuntamento a cena qualche giorno dopo a Soriano nel Cimino.
Qualche giorno dopo ci incontrammo al ristorante Ai Tre Scalini: io, il mio amico, Marco, e Alessandro Ferrari che lo accompagnava. Quella giornata mi dimostrò quanto grande sarebbe diventato quel ragazzo timido e un po’ insicuro che conoscevo fin dall’infanzia. L’uomo seduto di fronte a lui gli offriva un contratto con EMI World, con l’opportunità di registrare presto a Londra! E cosa fece lui? Mentre chiunque altro si sarebbe precipitato sull’offerta, lui rifiutò, avendo da poco firmato un contratto con piccoli produttori a Roma. Nessuna lusinga o promessa di risolvere la questione con i loro avvocati riuscì a convincerlo. Questo è Marco Mengoni, una persona di parola e di valori! Poco dopo avrebbe partecipato, per sua iniziativa e senza l’aiuto di nessuno, a X Factor, e il resto è storia.
Termino questa storia esprimendo la mia gratitudine alla famiglia Mengoni Ferrari per il sostegno che mi ha offerto nella vita, durante la malattia e nella mia lotta contro la SLA. Marco, Giulia, Franco, Alessandro, Anna, Maurizio, vi voglio bene e, con te Nadia, ci incontreremo in cielo.
I saluti di Marco al tuscia in jazz for sla
Marco Mengoni sostiene la campagna a favore della ricerca contro la sla.
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