Di Italo Leali
Il Tuscia in Jazz è un progetto artistico consolidato da oltre 23 anni. Nel corso della sua storia, ha accolto artisti di fama internazionale come Manhattan Transfer, Giovanni Lindo Ferretti, Fabrizio Bosso, Bruno Lauzi, Hiromi Uehara, George Garzone, Robert Glasper, Roberto Gatto, Kurt Rosenwinkel, Francesco Cafiso, Dave Liebman, Scott Colley, Eddie Gomez, Steve Kuhn, David Murray, Mulgrew Miller, Aaron Goldberg, Gege Telesforo, Danilo Rea, Glen Miller Orchestra, Philadelphia Jazz Orchestra, Jimmy Cobb, Bobby Durham, Buster Williams, Dado Moroni, Antonio Sanchez, Ray Mantilla, Jacques e Paula Morelenbaum, Linda Oh, Rick Margitza, David Kikosky, Shawnn Monteiro, Peter Bernstein, Joe La Barbera, Joey Di Francesco, Tony Monaco, Peter Erskine, Ben Wendel, Francisco Mela, Kenny Barron, tra molti altri.
Negli ultimi anni, il festival è riuscito a crescere, evolversi e adattarsi, ripetendosi con successo per 23 edizioni. Coinvolge i comuni della Tuscia Viterbese di maggiore rilevanza culturale e storica, creando una sinergia che consente di ospitare nel territorio rinomati artisti e personalità sia nazionali che internazionali.
I comuni coinvolti dal 2023 al 2025 sono : Ronciglione, Caprarola, Carbognano, Capranica, Castiglione in Teverina, Vitorchiano, Barbarano Romano, Sutri, Canepina, Tuscania, Vetralla, Fabrica di Roma, Soriano nel Cimino, Blera, Bassano Romano, Oriolo Romano, Bagnoregio, Grotte di Castro e Gallese.
Da gennaio a dicembre, in questi comuni si terranno concerti gratuiti di beneficenza presso teatri e luoghi di rilevanza culturale. Il progetto, che si estende su tre anni, promuoverà ogni estate, nei mesi di luglio e agosto, concerti di big band e orchestre internazionali.
Questo avverrà grazie alla collaborazione con i tour operator Global Guru (USA) e Stop in Italy (ITA), con cui lavoriamo da 20 anni. In questo modo, nel territorio della Tuscia arriveranno orchestre dagli Stati Uniti e dall’Europa. Come da tradizione, il progetto ospiterà orchestre universitarie e delle scuole superiori americane ed europee. Inoltre, nei mesi estivi e successivi, parteciperanno anche importanti gruppi musicali italiani, sia emergenti che affermati.


Rosario Giuliani – Philadelphia jazz orchestra
Nel prossimo triennio, i nostri obiettivi principali rimangono invariati rispetto agli ultimi 23 anni. I risultati di vari referendum nazionali continuano a posizionare la nostra realtà tra le migliori in Italia. Tra questi, il JazzIt Award, che dal 2010 al 2019 ci ha riconosciuto come uno dei migliori workshop, premiando anche il miglior direttore artistico nel 2010 e il miglior festival. Questi successi ci hanno permesso di essere ospiti di Winton Marsalis al Jazz at Lincoln Center di New York nel 2009 e 2010, rappresentando il jazz italiano durante l’Italian Jazz Week.
Il festival si evolve in Tuscia in Jazz for Sla
Dal 2023, il festival adotta il nome “Tuscia in Jazz for Sla,” abbracciando la missione di sensibilizzare sull’importanza della lotta contro la SLA e di sostenere la ricerca attraverso la raccolta fondi.
La programmazione e progettazione del festival vedrà come figure centrali il direttore artistico Italo Leali, da 23 anni alla guida artistica, Ernesto Bruziches, vicepresidente dell’associazione e cofondatore del festival, Simone Bergonzi, responsabile della logistica, Alessia Leali, direttrice di produzione, Francesco Corsi, addetto stampa,Alessandro Santucci grafica e Comunicazione , Irene Temperini alle relazioni pubbliche e Andrea Bitti, direttore tecnico di Sound Things. Inoltre, Carlo Galeotti, con il suo giornale Tusciaweb, gioca un ruolo fondamentale nel successo della campagna a favore della ricerca contro la SLA.
Ogni anno, il festival offre circa 25 concerti nei comuni citati, quasi tutti a ingresso libero, con donazioni volontarie destinate alla ricerca sulla SLA. I fondi raccolti vengono devoluti alla Fondazione Serena Onlus, Centro Clinico Nemo.

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